giovedì 21 dicembre 2006

IMS Classe TP 52 Circuito Breitling Med Cup 2006


Punta Ala: mare relativamente calmo, vento in crescendo e attestato soprattutto in seconda e terza regata sui 15-17 nodi da Nord Ovest. Queste le condizioni climatiche che hanno caratterizzato la giornata di regate classe 52, evento firmato Audi e valido per la prima tappa del circuito Breitling Med Cup 2006. Circa venti i team partecipanti con due barche “regali”: il “Bribon” di Sua Maestà il Re di Spagna Juan Carlos ed il “Fram XVI del Re di Norvegia Harald V° (al momento decimo e quattordicesimo in classifica generale).
Ancora una volta, personalmente, ho riscontrato l’estrema difficoltà nel cimentarmi in “foto di sport”. La sensazione era quella di essere catapultati all’interno di una lavatrice in centrifuga, con ottiche che stringono talmente il campo che inquadrare la scena diventa così difficoltoso da richiedere una tale concentrazione che inevitabilmente distogli da quella che ti serve per tenere l’equilibrio.....con conseguenze facilmente immaginabili. Alla boa di bolina il marasma più completo. Il moto ondoso naturale (quello prodotto dal vento di Maestrale) continuamente interrotto da quello di yacth che per guadagnarsi posizioni privilegiate non lesinavano manovre al limite del codice della navigazione. Nonostante ciò, continua ad essere una sfida avvincente e conto di ottenere, nel tempo, un bagaglio di esperienza che sicuramente in futuro mi porterà ad ottenere risultati sempre migliori.


domenica 3 dicembre 2006

Imbecille Erectus

Tra Manciano e l’Aurelia, seguendo la via che porta alla città Etrusca di Vulci, esiste un piccolo laghetto formato approssimativamente dallo scolo dei campi che tutto attorno seguono andamenti ascendenti. Evidentemente il luogo si presta al passaggio e sosta di diverse specie di volatili. Si osservano le onnipresenti Garzette, gli Aironi, il Falco Pescatore, le Poiane, tanti altri alati e qualche ungulato (magari di notte).Se ne deve essere accorto persino il WWF che, sensibile alla salvaguardia e diffusione di una cultura, che è da augurarsi prenda sempre più campo, ha allestito in ottima posizione un piccolo percorso che conduce ad una casetta di legno per l’avvistamento di questi animali così gradevoli da osservare, quanto diffidenti (e come dargli torto!).
Ogni tanto, soprattutto quando passo il fine settimana a Manciano, mi reco in questo angolo di paradiso dove non è difficile disintossicarsi dalle scorie cittadine e farsi scivolare via le tossine di una vita sempre più frenetica, dove anche prendere un caffè è diventato fila, coda, numerino…
Con somma sorpresa, lo scorso 14 Agosto, approfittando di una smodata voglia di rilassarmi con la mia macchina fotografica, nella speranza di “beccare” un momento di vita selvaggia, mi sono recato alla casetta e ho notato che il luogo è frequentato da una specie di animale sempre meno raro ma così diffidente che è difficilissimo da fotografare: L’Imbecille Erectus.


Specie affine alla Jena Ridens, anch’esso naturalmente agisce avvolto dalle tenebre e si nutre del lavoro fatto da altri. Non avendo forza e coraggio per affrontare il naturale nemico, aspetta che esso termini il lavoro più grosso, più pericoloso e L’Imbecille Erectus, ben nascosto, attende pazientemente il dileguarsi di esso, per avventarsi sulla carogna e nel buio, sempre nascosto, consumare il suo pasto distruggendo ciò che è stato costruito, il tutto condito da appaganti e sonore risate di patetico compiacimento.Non sono mai riuscito a fotografarlo, perché la sua codardia lo porta ad avventarsi su carogne sempre nuove e quindi non è sempre prevedibile. Ma lo immagino questo animale. Come un esperto cacciatore, che sa guardare con occhi particolari alle tracce e ai segni lasciati, così la mia attenzione e sensibilità verso questa ambitissima preda mi fa notare, con dovizia di particolari, le tracce lasciate. E più mi soffermo su esse e più chiara mi si fa l’immagine della bestia. Non agisce mai da sola….troppo coraggio Sant’Antonio, solo per il buio che lo circonda!!!!



Assieme ai suoi simili divora con violenza, che confonde con coraggio, tutto ciò che di buono è stato fatto alla luce del sole. Sento ancora nell’aria la spavalderia delle sue flatulenze fetide, di acido cirropatico, testimoniate da bottigliette di Ceres abbandonate sul luogo della carneficina. I rutti baldanzosi di chi sfida la tigre, protetto da possenti sbarre di una invalicabile gabbia a debita distanza, ma che nonostante tutto, ha ancora necessità di uno sprint alcolico, non pago della protezione delle tenebre e della quasi assoluta certezza che il suo nemico è, in quel preciso momento, in ogni dove ci sia civiltà, quindi lontano da lì.
In televisione non è difficile seguire documentari che lo ritraggono, che lo presentino alla luce del sole alla gente che vive diversamente quelle Oasi del WWF. Basta accenderla a certi orari e seguire qualche telegiornale. A volte queste bestie si notano al guinzaglio di guardiani di zoo che sapientemente sanno affrontare la loro placata violenza, una volta isolati e agguinzagliati ai polsi di quelle poco temibili zampe. A volte li vedi in lacrime, docili micioni, ridotti così da un po’ di luce e qualche spettatore. Defraudati di quello sprint alcolico, privati dei loro complici. Ma così è patetico. Non mi piace questo documentario. Vorrei fotografarli di sera, con particolari attrezzature. Vorrei essere complice di quella oscurità che spesso li protegge e non gli impedisce di saziarsi di scempi. Vorrei raccogliere immagini per un reportage da consegnare a quei guardiani di palazzo che utopicamente, potrebbero utilizzarle per catturare e costringere l’Imbecille Erectus a ripristinare lo stato dei luoghi, in pieno giorno e senza Ceres, prede di civili spettatori armati di macchine fotografiche e monocoli swarosky e, alla fine, vederli targare con apposizione di tracciabili etichette magnetiche applicate alle natiche pestilenziali. Così da impedire nuovi scempi. Per il bene del WWF e di tutta la gente civile.


Alessandro Butteri

sabato 2 dicembre 2006

Alessandro Butteri


Alessandro Butteri, nasce a Manciano il 19 Maggio del 1967. A 18 anni conosce subito il mondo del lavoro e si trasferisce a Roma. Dopo pochi mesi acquista la sua prima reflex corredandola nel giro di poco tempo con diverse ottiche che gli consentono di spaziare abbastanza agevolmente dalla macro alla ripresa in tele.

L’entusiasmo lo accompagna costantemente e si appassiona leggendo testi di Hedgecoe , riviste e tutto ciò che parla di fotografia. Nel 1994 si trasferisce definitivamente a Grosseto ed acquista un piccolo ingranditore che gli permette di allestire un casalingo gabinetto fotografico dove trascorre intere nottate. Completa finalmente il cerchio.

Dalla elaborazione mentale, meditata con attenzione, passando attraverso lo scatto vede nascere i propri lavori nella tenue luce bluastra, tra gli odori di fissatori e nitrati. Nel 2003 ha avuto il suo primo approccio con la fotografia digitale acquistando una Fujifilm FinePix S5000 ed iniziando a manipolare su programmi di elaborazione grafica. Una nuova appassionante strada che, attraverso un percorso diverso, conduce a quel bisogno di comunicare tramite immagine, sensazioni che non possono rimanere dentro.

Tra gli altri hobby: la vela, la lettura, il tracking tra le meravigliose colline della maremma e quello più impegnativo sulle vette alpine del Bellunese. Nel 2004 si iscrive all' Associazione Culturale photodigitalgrosseto e all' U.I.F. (Unione Italiana Fotoamatori).

Email: mailto:alebutteri@tiscali.it