Non sono un tifoso di calcio. Seguo però le avventure della Nazionale, soprattutto nelle dispute di un certo rilievo. Quest’anno ho gioito (e sofferto….ho regalato al gol di Totti su rigore, un tendine d’Achille che per 39 anni non mi aveva mai dato fastidi) al ritmo del “popopopppoopooo”, e ho assistito alla finale che ci ha proclamato Campioni del Mondo.

E’ storia. Come quando nel 1982, a 16 anni, sfilai su una R4 rossa bandiere al vento e bagno nella fontana di piazza. E da non tifoso, non mi è comunque difficile capire cosa comporta per il nostro bel paese la qualifica di Campioni del Mondo.
Per la nostra economia (ce lo hanno detto e ridetto i neo inquilini di palazzo….quindi ci crediamo, è senz’altro vero), ripeto, non orbo dalla mia indifferenza per il mondo del calcio, tra i suoi fracassi domenicali, sono comunque in grado di intuire la portata di quello che i nostri campioni hanno guadagnato.
Non seguo la formula uno. Mi entusiasma però vedere due prodotti del made in Italy, tutte tinte di un roboante rosso fuoco, mantenere le prime posizioni e tagliare traguardi di bandiere pezzate a quadri bianco neri . E anche qui, da non tifoso, non mi è comunque difficile intuire cosa significhi vincere un campionato del Mondo per un prodotto tutto Italiano.
L’immagine dell’efficienza di un paese è data anche da queste conquiste. Paradossalmente a volte sono proprio queste a trainare tutta una economia, a dare il guizzo giusto, successivamente, più o meno cavalcato con sapienza.

Era il 1988 quando per la prima volta, nello specchio acqueo antistante il promontorio del Monte Argentario, si esibirono i favolosi Aermacchi 339. 10 splendidi esemplari componenti la PAN, fiore all’occhiello nel Mondo della nostra Aeronautica Militare. Un altro esempio di efficienza tutta Italiana. Italiana la ditta che li costruisce, Italiani i Piloti, Italiana la Forza Armata che ne vanta la paternità.

Ricordo proprio il 1988. Diversi giorni prima della giornata ufficiale, le Frecce Tricolori provarono in mezzo alla settimana di un fine estate. Era infatti Settembre ed avevo preso, proprio sulla Giannella, una piccola casetta in affitto. Mi godevo lo spettacolo in prima fila seguendo le evoluzioni e i disegni dei bianchi fumi. Il giorno dello spettacolo, nonostante la posizione da casa mi garantisse un’ottima visibilità, mi recai comunque sul lungo mare dei navigatori di Porto SantoStefano, quello della pubblicità dell’Algida con la coppia di innamorati che sgranocchiavano il cornetto seduti sulla panchina tra le più belle d’Italia. E fu spettacolo. Il cielo limpido, di un azzurro che a tratti si confondeva con quello del mare. Gli Aermacchi 339 si nascosero a migliaia di metri sopra noi e apparsero, in un ottimo sincronismo con la voce dello spiker da dietro punta Lividonia a pelo dell’acqua alle parole”….signore e signori, le Frecce Tricolori!!!””. Il rombo dei jet contribuiva al tremore dell’emozione che volti estasiati denunciavano con smorfie di puro godimento.
Poi ci fu la tragedia di Ramstein in Germania.

L’allora Ministro della difesa, On. Valerio Zanone, pur non impedendo le esibizioni di quello che era sempre un vanto Nazionale, per ragioni di sicurezza (o opportunità politica) ne proibì le acrobazie e per diversi anni, la Pan si limitò al passaggio in tricolore. Mozzati così gli arti ad un purosangue nel pieno della giovinezza con la sua carica di vita. Fu come, a mio giudizio, impedire a seguito di un incidente mortale (…e ce ne sono stati in F1) alle vetture in gara, di sorpassare in curva e senza mettere la freccia. O alla Nazionale di calcio, disputare una partita senza il “gioco maschio” (quest’anno per poco non c’hanno provato davvero) e quindi senza commettere falli.
Negli anni seguenti il 1988, la gente continuava (io ne ero testimone) a seguire la pattuglia acrobatica all’Argentario, ma sul volto, l’emozione di quell’anno non l’ho più riletta per diverso tempo.
Agosto 2006. Il cielo è sempre azzurro, ma ornato da cumulonembi che paiono modellati da un’artista stile italiano.

Ho con me la mia Olympus, perché so già che spettacolo sarà. Hanno tentato di rovinarmelo con alcuni articoli apparsi su qualche quotidiano, ma questa volta sono riuscito a seppellirli con la mia indifferenza, evoluzione erudita di quella rabbia che merita solo chi ritieni degno di attenzione, del tuo impegno, di pari intelletto. Qualcuno, purtroppo seduto su poltrone da regista su quello che è il set della nostra vita, tenta di affossare, cancellare distruggere quel vanto e quell’esempio di efficienza tutta Italiana.
Le Frecce fanno rumore, le Frecce costano, le Frecce sono “machiste”…ma soprattutto, le Frecce sono militari. E questo proprio non va giù a certi culi caldi di quelle poltrone.
Alle 16,30 da inizio allo spettacolo l’esibizione dell’elicottero HH3F dell’Aeronautica Militare. Quell’elicottero col nasone super tecnologico con gli infrarossi che, tarati sulla temperatura corporea di un uomo, riesce ad individuarlo in acqua anche di notte. Quell’elicottero che salva vite umane, che fa un po’ di casino in aria, consuma un bel po’ di carburante rilasciando flatulenze inquinanti e che è tutto Militare. Ma spettacolo è e si vede e si sente osservando i volti della tantissima gente presente alla manifestazione.

Poi è la volta di due fratelli che deliziano il pubblico presente sfilando su due SIAI 260, di concezione sovietica e piroettando nello splendido cielo Argentarino.
Poi il Canadair della Protezione Civile.
Un aereobotte troppo indispensabile nella lotta contro gli incendi che spesso devastano intere aeree, Argentario docet.
Di seguito il restaurato Texan T6 che solo a sentirlo volare fa rizzare i peli delle braccia. Non senti il frastuono dei collettori che scaricano ai lati della fusoliera ma quella musica intonata in stile bianco e nero che riporta indietro nel tempo.
Di seguito, ex piloti della pattuglia delle Frecce Tricolori che hanno dato vita ad una squadra, i Red Bull, che a bordo di quattro Sukoi SU 29 e SU 31 continuano l’antica tradizione dell’aviazione Italiana disegnando nel cielo spettacolari figure e mirabolanti formazioni. Il tutto nella massima sicurezza per i tantissimi spettatori che occupavano la Piazza dei Rioni e tutto il lungomare.
Alle 18,00, come da programma, sulle note del Pavarotti Nazionale, fanno il loro ingresso in divisa da gran gala dei fumi tricolori, loro.
Il Vanto dell’Italia efficiente.

L’immagine nel mondo di quello che, nonostante tutto, sappiamo fare. E, ancora una volta, come la prima del 1988, spettacolo è stato. Gli stessi occhi, le stesse emozioni, gli stessi cori di approvazione ad ogni piroetta, lavorata, studiata, eseguita con la stessa perfezione di un rigore di Grosso, un assist di Del Piero, di una Rossa in pole. Ancora una volta una positiva immagine di quell’Italia che funziona, che è estremamente efficiente. Nonostante quelli che hanno smesso di tirare estintori alle manifestazioni e scaldano i loro deretani in quelle poltrone che potenzialmente potrebbero consentirgli l’annullamento di questi vanti.
L’Aermacchi ha

già pronto il 346. Il successore designato del 339. Quale vetrina migliore per la nostra industria può essere rappresentata, se non dalla PAN.
Spero di assistere il prossimo anno allo stesso appuntamento. Mi godrò nuovamente quei frastuoni inquinanti di cherosene, così fortemente militari e machisti e, per rirprendermi da tante nefandezze, la sera alle 20,00 non accenderò la televisione e mi disintossicherò evitando di vedere quei volti di palazzo che sono 39 anni che mi inquinano con le loro vomitate.
Alessandro Butteri